venerdì 13 novembre 2009

Motore solare


Nell'immagine, pubblicata su La scienza per tutti (anno IV, 1881, n. 8), il motore solare Ericsson, dal nome del suo inventore. Secondo la descrizione fornita all'epoca, il fondo della cassa rettangolare era fatto di doghe dritte di legno (sostenute da nervature di ferro), alle quali erano attaccati i riflettori. Questi consistevano in lastre di vetro piano inargentate. Le doghe dovevano essere disposte in modo che ogni lastra riflettesse i raggi solari sulla caldaia. Le piastre, che erano di 3 pollici su 26, intercettavano un fascio di raggi la cui sezione era di 23400 pollici quadrati di superficie. Il motore, a vapore, aveva un cilindro attraversato da un'asta di stantuffo che animava una pompa (ma poteva valere anche per un mulino). E lo scopo della macchina? Intercettare l'energia solare per la produzione di forza motrice. In sostanza, l'antenato del pannello solare o, se si preferisce, di un pannello fotovoltaico.

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